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Open Roads: la Nostra Recensione

Una storia familiare intrigante... che non convince del tutto.

Abbiamo atteso con grande curiosità l’uscita di Open Roads, titolo pubblicato da Annapurna Interactive e sviluppato da The Open Roads Team. Da appassionati di giochi Indie e investigativi ci siamo quindi fiondati a provarlo proprio al Day One. Tuttavia, “Open Roads” non si è mostrato totalmente all’altezza delle nostre aspettative.

L’incipit forse non è tra i più originali, ma è perfetto per introdurci immediatamente in una storia che presenta tutte le basi per la costruzione di un ottimo titolo indie. Tess, un’adolescente spiritosa e anche un po’ insolente, e la madre Opal devono lasciare la casa in cui hanno vissuto insieme alla nonna materna fino alla sua morte. Dopo aver venduto la maggior parte degli oggetti e degli arredi, esplorando tra le ultime cose rimaste, le due scoprono un segreto che le porterà a intraprendere un viaggio on the road presso i luoghi del passato. I rapporti familiari, ma anche la fiducia e l’importanza di affrontare la verità, per quanto difficile essa possa essere, sono centrali all’interno di Open Roads.

Open Roads

Open Roads è un investigativo punta e clicca nel quale, nei panni di Tess, possiamo esplorare ambienti, osservare ciò che ci circonda e conservare diversi oggetti che ci daranno la possibilità di approfondire la storia del gioco. L’unico problema è che la quasi totalità degli oggetti presenti, che in sostanza permettono il proseguimento dell’avventura, richiedono interruzioni continue per chiedere delucidazioni alla madre. Da questo ne può scaturire un racconto più o meno lungo che ci svela i retroscena del passato della famiglia di stessa.

Alla lunga, tuttavia, le frequenti interruzioni in favore degli scambi di battute tra madre e figlia risultano superflue e talvolta persino snervanti. Interrompono il flusso di gioco anche in frangenti dove potremmo cavarcela anche con un semplice dialogo fuori campo. Inoltre, trattandosi di dialoghi tra due personaggi che restano comunque statici, e non di cut scenes, troviamo che molte delle interruzioni dovute ai dialoghi non aggiungano davvero qualcosa alla storia, rendendo così il gioco molto meno fluido.

Open Roads

Il comparto grafico di Open Roads è molto originale poiché, mentre le ambientazioni e gli oggetti sono rappresentati in 3d, le due protagoniste principali sono illustrate, molto bene, in 2d in stile fumettistico. La decisione del team di sviluppo denota una scelta stilistica ben precisa. Tuttavia, forse per la così evidente differenza tra i due stili grafici, non ci ha convinto al cento per cento. Inoltre, nel corso della nostra run, abbiamo notato alcune piccole imperfezioni che vedevano alcuni elementi – oggetti, mani della protagonista, pezzi di arredamento – intersecarsi tra loro.

Il comparto audio è di buona qualità soprattutto grazie all’ottimo doppiaggio, esclusivamente in lingua inglese. Tess è infatti interpretata da Kaitlyn Dever (Rosaline, L’uomo di casa, La rivincita delle sfigate, etc). La madre Opal, invece, è interpretata Keri Russell (Felicity, Racconti Incantati, Mission Impossible III, etc). Le due attrici sono riuscite a rendere “vive” le protagoniste, grazie anche ad un’ottima sceneggiatura che ha saputo creare due personaggi molto reali.

In generale, Open Roads si è dimostrato un buon titolo da giocare, pur con tutti i limiti legati alla sua brevità. Tuttavia, la storia che procede “a singhiozzo” e alcune piccole sbavature, non hanno permesso di affezionarci alle protagoniste, né di empatizzare con loro. Si tratta sicuramente di un gioco godibile e “leggero”. Un piacevolissimo e anche breve passatempo che, se siete fan dei giochi esplorativi, vi suggeriamo senz’altro di provare. 

Recensito nella versione per Xbox Series X|S.

Il Nostro Verdetto

Storia - 7
Gameplay - 6
Grafica - 7
Audio - 7.5
Divertimento - 6.5

6.8

SUFFICIENTE

Open Roads è un titolo breve e piacevole, ottimo per i fan del genere indie. Alcune piccole pecche relative alla fluidità della storia sono compensate da un buon comparto audio, ma non ci permettono di affezionarci ai personaggi, rendendoli molto distanti da noi. Se vi piacciono i giochi esplorativi, vi suggeriamo senz’altro di provarlo.

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Carmen Rapisarda

Laureata in Scienze della Comunicazione Internazionale, da sempre appassionata di videogiochi, lettura, fotografia e arte in generale. Nella vita sono mamma di due piccole bimbe e bevitrice seriale di cappuccini.

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