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Final Fantasy VII Rebirth: la Nostra Recensione

La nostra opinione sul secondo capitolo del remake di Final Fantasy VII.

Scrivere una recensione di Final Fantasy VII Rebirth, dopo la mia esperienza terminata solo poche ore fa con i titoli di coda, potrebbe essere davvero un’opera complessa e difficile. Il secondo capitolo del progetto Remake del titolo più celebre della saga di Final Fantasy è qualcosa che, sin dal primissimo trailer, ha lasciato intendere che sarebbe stato mastodontico, monumentale e soprattutto epico.

Ebbene, tutti questi parametri sono stati ampiamente rispettati: Final Fantasy VII Rebirth è infatti un titolo enorme. La seconda parte dell’avventura di Cloud e soci, con il passaggio alla struttura open world, consolida quanto fatto con il primo capitolo e getta le basi per un epilogo che sarà, nel bene o nel male, qualcosa che lascerà il segno nell’utenza. 

In questa recensione voglio provare a condensare tutto quello che ho provato pad alla mano, sviscerando quelli che sono i tantissimi pregi, ma anche i (pochi) difetti, di un gioco magnifico e che può rilanciare una saga che, negli ultimi periodi, sta faticando a trovare una nuova identità e una nuova forza. Ecco quindi a voi la recensione del gioco!

Final Fantasy VII Rebirth riparte da QUEL finale di Final Fantasy VII Remake, che ha cambiato diversi aspetti del titolo originale. E questo è un primo elemento che si può apprezzare in questo secondo capitolo: Nomura, pur con alcune contraddizioni e soluzioni che possono far storcere il naso, ha avuto il coraggio di proseguire sulla linea impostata, ossia quello di raccontare una storia alternativa. La base è la stessa: dopo gli eventi di Midgar, Cloud e compagnia si trovano a vagare per Gaia alla ricerca di Sephiroth. Nel fare questo però comincia ad affiorare il legame tra Cloud e il guerriero con una sola ala, che sembra avere anche la capacità di infiltrarsi nella mente del nostro eroe.

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La trama principale si dipana nell’arco di 14 capitoli e, per arrivare ai titoli di coda, ho impiegato 56 ore di gioco. La vera forza di Final Fantasy VII Rebirth sta però in questo: la trama principale quasi “si perde” nei meandri dell’immenso open world creato da Square Enix. Esplorando il mondo, troviamo tante cose da fare, che siano quest secondarie, ma anche cacce e perlustrazioni. Final Fantasy VII Rebirth, giocato nella sua interezza, può davvero portarvi via 200 ore.

La cosa buona è che i contenuti sono anche piuttosto vari, e fanno da ottimo disimpegno dai momenti narrati nella trama, che sono tra i più significativi della storia completa del titolo originale, e regalano pathos ed emozioni. I primi 11 capitoli hanno un buon ritmo, ma poi è dopo il momento dell’appuntamento al Gold Saucer che il gioco esplode, in un tripudio di boss fight, momenti epici e spettacolari, per poi arrivare all’epilogo della Capitale Dimenticata

Un elemento che personalmente mi ha fatto storcere il naso è l’eccessiva presenza di minigiochi. Final Fantasy VII aveva anche nell’originale questi piccoli minigiochi, ma erano un aspetto marginale dell’esperienza. In Final Fantasy VII Rebirth, invece, alcuni diventano parte integrante anche della trama, e non è possibile saltarli. La loro presenza, alle lunghe, può davvero venire a noia, creando una certa dissonanza con l’andamento narrativo della storia. 

Qui arriviamo al momento: la morte di Aerith. Non vi facciamo spoiler ma personalmente ho trovato la trattazione di quel momento fatidico un po’, passatemi il termine, “paracula”. In questo caso, secondo me, il fanservice ha avuto la meglio, nel senso che gli sviluppatori si sono sentiti forzati nel fare qualcosa per accontentare tutti, ma poi hanno anche dovuto fare i conti con le esigenze narrative che l’episodio comporta nel proseguo della storia che vedremo nel terzo capitolo, che dovrà fornire molte risposte a varie domande che sono rimaste senza un chiarimento.

Final Fantasy VII Rebirth

Passando a parlare del gameplay di Final Fantasy VII Rebirth, possiamo dire che la solida struttura creata con il primo capitolo è stata ulteriormente arricchita e resa ancora più spettacolare. Tuttavia, è stata resa anche più strategica e stratificata. Questa è una scelta che i puristi, coloro che hanno criticato il passaggio al sistema action, sicuramente potranno apprezzare. Questo dipende dalla Barra ATB, che consente di utilizzare attacchi speciali. Una volta riempita, sarà possibile fare una pausa tattica per scegliere la miglior azione da compiere.

Cloud e soci possono contare su abilità e magie, sbloccandone di sempre più potenti a man mano che si progredisce di livello. Infatti, è presente un vero e proprio albero delle abilità da migliorare crescendo di livello, mentre le magie, che possono essere utilizzate solo associando le materie al nostro equipaggiamento, crescono di livello con l’utilizzo in battaglia. Anche qui, la libertà data al giocatore è massima ed è possibile buildare i personaggi a piacimento.

Un piccolo elemento che forse si può rimproverare è un leggero sbilanciamento dei personaggi: si nota sin da subito che alcuni sono molto più forti di altri. Questo è un peccato, perché sfruttando bene questi personaggi in squadra con Cloud, alcune battaglie risulteranno decisamente più semplici. Tuttavia, è un dettaglio trascurabile dato che, alla fine, l’esperienza dei personaggi è condivisa e nel corso delle battaglie ci troveremo obbligati ad utilizzarli tutti.

Per quanto riguarda la difficoltà, anche a livelli più bassi la sfida risulta comunque piuttosto alta. Questa scelta è di certo collegata al fatto che, per progredire, siamo quasi obbligati a svolgere attività secondarie per livellare. Questo incentiva ulteriormente l’esplorazione e la ricerca di attività in giro per il mondo. E ne vale la pena: siamo di fronte a uno degli open world migliori mai realizzati per quanto riguarda i contenuti.

Final Fantasy VII Rebirth

Una delle cose che aveva generato polemiche riguardo alla demo del gioco era la scarsa qualità grafica, specialmente in modalità Performance. Ho avuto modo di completare il titolo con la patch 1.02 installata, e questa ha nettamente migliorato la resa grafica. In modalità Performance il gioco è fluido a 60 FPS, anche se permangono ancora problemi di “popup” e di caricamento tardivo delle texture.

Parlando invece della colonna sonora di Final Fantasy VII Rebirth, siamo di fronte a un vero capolavoro. Le musiche sono spettacolari e magniloquenti. Da sempre Final Fantasy vanta musiche tra le più belle del mondo videoludico. Gli arrangiamenti fatti per questo capitolo riescono ad esaltare e a rendere ancora migliori i temi che tutti conosciamo. Le musiche riescono nell’ardua impresa di esaltare ancora di più i momenti topici. Un esempio su tutti è l’arrangiamento del tema “Battle” della Aerith’s Theme, che unisce il tema del combattimento al capolavoro della canzone di Aerith, che arriva all’inizio dello scontro finale del gioco.

In conclusione Final Fantasy VII Rebirth è un titolo enorme, complesso e appagante. Lascia sicuramente aperta la porta all’interpretazione del finale, preparando il terreno per il capitolo finale. Il gioco tiene incollati allo schermo per tutta la sua durata, anche se in alcune sezioni risulta un po’ “tirato per le lunghe”. Tuttavia, anche in queste fasi, il divertimento è garantito da un gameplay frenetico e solido. Il gioco sa come divertire, emozionare e lasciare a bocca aperta. Questo rappresenta la conferma che il settimo capitolo della saga rimane uno dei migliori videogiochi della storia, che si presta anche a cambiamenti.

Recensito nella versione per PlayStation 5.

Il Nostro Verdetto

Storia - 8
Gameplay - 9.5
Grafica - 7.5
Audio - 10
Divertimento - 9

8.8

OTTIMO

Final Fantasy VII Rebirth è un titolo enorme, complesso e appagante. Lascia sicuramente aperta la porta all'interpretazione del finale, preparando il terreno per il capitolo finale. Il gioco tiene incollati allo schermo per tutta la sua durata, anche se in alcune sezioni risulta un po' prolisso. Tuttavia, anche in queste fasi, il divertimento è garantito da un gameplay frenetico e solido. Il gioco sa come divertire, emozionare e lasciare a bocca aperta.

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Giuseppe Nebbiai

Gamer da circa 20 anni, appassionato soprattutto di giochi sportivi, con particolare applicazione sui racing games. Cresciuto con la prima console PlayStation, la mia passione non conosce limiti: gioco a qualsiasi cosa, tranne ai titoli horror.

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