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Bridgerton Stagione 3 | La Nostra Recensione

La nostra opinione sull'attesissima terza stagione della serie Netflix.

Pubblicata la prima parte da quattro episodi il mese scorso, da giovedì è finalmente disponibile la seconda parte della terza stagione della serie Bridgerton. La serie, ispirata alla famosa collana di libri di Julia Quinn, creata per Netflix da Chris Van Dusen e prodotta da Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy, Le regole del delitto perfetto tra le altre serie TV), è diventata un vero e proprio fenomeno di culto.

Le prime due stagioni della serie sono tra gli show più visti per monte ore nella storia della piattaforma di streaming. Questo vi fa capire quanto fosse alta l’attesa nei confronti della stagione 3. Data la pubblicazione divisa in due parti, abbiamo deciso di attendere nel pubblicare la recensione, di modo da avere un quadro totale dello show. Quindi, per dirlo con le parole di Lady Whistledown, “cari gentili lettori“, ecco a voi la recensione di Bridgerton 3!

Oltre le apparenze

La storia narrata nella terza stagione di Bridgerton non segue l’ordine dei libri di Julia Quinn, poiché il terzo libro della serie narra la storia di Benedict (Luke Thompson), mentre nella serie tv si è scelto di raccontare la storia di Colin (Luke Newton) e Penelope (Nicola Coughlan) a causa del grande successo e della richiesta dei fan. Questo ha comportato significativi cambiamenti rispetto all’opera originale, con modifiche ancora più profonde rispetto alle stagioni passate. Se dapprima l’inserimento di personaggi di colore, ma anche storie omosessuali e altri elementi erano diventati parte della storia, la stagione 3 di Bridgerton vede anche diversi momenti della trama “piegati” al volere degli showrunner. 

La trama di base rimane simile al libro, incentrandosi sul momento in cui Colin scopre Penelope la quale, non essendo considerata bellissima secondo i canoni dell’epoca, vive ai margini dell’alta società. Tutto ruota attorno alle cronache scandalistiche di Lady Whistledown, una scrittrice che utilizza uno pseudonimo per sparlare dei nobili. Nelle stagioni precedenti, si scopre che Lady Whistledown è proprio Penelope, e in questa terza stagione la sua identità verrà svelata con conseguenze significative. Ci fermiamo qui per non dare altri spoiler importanti. 

Il tema principale di questa stagione è il superamento delle apparenze: Colin va oltre l’aspetto esteriore di Penelope e la riconosce per la donna che è, trovando in lei la persona che gli fa battere il cuore, mentre Penelope, considerata insignificante dagli altri, diventa un personaggio chiave della storia. Questo è il potente messaggio lanciato da questa terza stagione e che rispecchia in pieno sia quanto narrato nei libri, affrontando anche una tematica sempre attuale.

Una delle cose più apprezzabili della terza stagione di Bridgerton è proprio questa: le prime due stagioni parlano sì di grandi amori e di una visione della società molto ampia con riflessioni sul mondo attuale, ma in questa stagione si è voluto dare un taglio più serio al tutto. La serie tv era diventata famosa per le sue scene di ballo, queste scene corali meravigliose con nobili dai vestiti colorati e spettacolari. Tuttavia, nella stagione 3, questa parte si è notevolmente ridotta per lasciare spazio a tematiche anche molto profonde.

Nella terza stagione di Bridgerton si affrontano vari temi: rapporti familiari, valore dell’amicizia, importanza dell’amore in tutte le sue forme e l’idea che le apparenze possano ingannare. Personalmente, una delle cose che ho apprezzato di più è stata l’evoluzione di alcuni dei personaggi che finora erano stati importanti ma non avevano avuto il giusto spazio, come ad esempio Porcia Featherington (Polly Walker). Nelle prime stagioni sembrava essere un personaggio solamente molto eccentrico, ma in questa stagione è tanto protagonista quanto i membri della famiglia Bridgerton. 

Qui arriviamo a un punto abbastanza delicato. L’evoluzione di alcuni personaggi è stata molto interessante, ma d’altro canto ci sono anche diversi personaggi gestiti male. Parliamo in questo caso di Anthony e Kate, i due protagonisti della passata stagione. Da essere la coppia più amata dal pubblico, sono stati trattati come fossero delle macchiette sullo sfondo. Per come sono stati gestiti, è evidente che non saranno più presenti nella serie, almeno nella prossima stagione. Anche la gestione di Eloise poteva essere megliore, soprattutto nella parte conclusiva. Il finale di Bridgerton 3 rivela infatti che la prossima stagione sarà incentrata su Benedict, e questo ha stravolto l’andamento dei libri, dato che il finale del quarto libro su Colin si collega al libro di Eloise.

Qualche piccolo elemento di critica è da muovere anche alla regia: in questa stagione, stando a quanto dichiarato, si doveva puntare molto anche sulle scenespicy“, da sempre presenti in Bridgerton. Diciamo che queste ci sono, ma sono inserite abbastanza male. In più di un’occasione, sono collocate in momenti in cui veramente non c’entrano nulla con la storia, e le ho trovate abbastanza forzate. Le scene che invece vedono i protagonisti in azione in scene piccanti sono più appropriate e ben integrate, seguendo l’andamento della storia narrata nei libri.

Una stagione, tante storie

Della serie sappiamo che l’intenzione è quella di realizzare otto stagioni, una per ogni libro della serie. Tuttavia, dato che l’opera di Julia Quinn funge solo da ispirazione, ho apprezzato l’inserimento di altre storie di contorno all’interno della trama principale. In particolare, viene approfondita la storia di Francesca Bridgerton (Hannah Dodd), in maniera più dettagliata rispetto al libro della Quinn. Nel sesto libro, il matrimonio di Francesca con Sir John Sterling, conte di Kilmartin, non vi è narrazione se non attraverso flashback piuttosto rapidi. Invece, nella serie, la sua storia si intreccia con quella di Colin e Penelope, e personalmente l’ho trovata ben realizzata.

Si arriva così alla scelta che ha suscitato lamentele tra i fan dei libri e della serie: lo stravolgimento di un personaggio chiave. La storia di Francesca ne è al centro, e il fatto che il personaggio maschile principale sia stato “trasformato” in un personaggio femminile è qualcosa che ha generato polemiche. Dopo aver letto i libri e visto la serie, ritengo che questa scelta sia semplicemente folle. Il motivo è chiaro: sebbene l’opera non miri a essere un romanzo storico come i libri, si rischia di vanificare il senso dell’intera storia introducendo elementi legati alla nostra società contemporanea.

In conclusione

Bridgerton 3 è una serie tv che si distingue per la sua capacità di prendere le distanze dai contenuti delle stagioni precedenti. Il prodotto finale mantiene lo stile delle stagioni precedenti, con scene vivaci, abiti meravigliosi e serate di danza, ma si differenzia per i temi trattati. La coppia presentata all’inizio sembra poco adatta, con personaggi poco carismatici, ma poi decolla, quasi costringendovi a fare binge-watching. Una delle cose più belle di questa stagione è che, nonostante alcuni difetti, è riuscita a valorizzare i dialoghi tra i personaggi. Nelle precedenti due stagioni, infatti, al di fuori dei momenti particolarmente cruciali, erano spesso poco interessanti. La vasta varietà e l’importanza delle tematiche proposte hanno sicuramente contribuito a questo.

Il Nostro Verdetto

Regia - 6.5
Sceneggiatura - 7
Fotografia - 8.5
Recitazione - 7.5
Audio - 8.5
Divertimento - 8.5

7.8

BUONO

La Stagione 3 della serie tv Bridgerton è composta da otto episodi ed è stata divisa in due parti, la prima distribuita il 16 Maggio 2024 e la seconda il 13 Giugno 2024 su Netflix.

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Giuseppe Nebbiai

Gamer da circa 20 anni, appassionato soprattutto di giochi sportivi, con particolare applicazione sui racing games. Cresciuto con la prima console PlayStation, la mia passione non conosce limiti: gioco a qualsiasi cosa, tranne ai titoli horror.

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